Tre teatri diversi, una bella direttrice veneziana, tre date consecutive per un fastoso Gala Lirico Sinfonico d'inizio agosto
A farci caso, in questa seconda estate di pandemia sono meno del solito le rappresentazioni operistiche, salvo ovviamente quanto offerto da Arene, Sferisteri, Torri del Lago, ROF, et cetera. In compenso, spuntano un po' ovunque, più numerosi del solito, i concertoni lirici: genere di spettacolo ben gradito e che assicura un buon richiamo di pubblico. Ed è assai meno impegnativo da organizzare.
Non sfugge alla regola il Gala Lirico Sinfonico messo in piedi sotto l'egida del Teatro Stabile del Veneto e dell'Orchestra di Padova e del Veneto, ai primi giorni di questo agosto, nell'ambito d'una coproduzione che unisce i Comuni di Treviso e di Padova ad OperaEstate Festival di Bassano del Grappa. Con tre tappe poste in rapida successione il 4 al Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso, il 6 al Teatro Verdi di Padova e l'8 al Teatro al Castello “Tito Gobbi”.
Quanto Veneto sul palco!
Siamo al Comunale di Treviso, dove scopriamo molta 'veneticità' presente sul palcoscenico. Cominciando dall'orchestra di sostegno, che ovviamente è quella di Padova e del Veneto, diretta da Silvia Casarin Rizzolo, maestro veneziano doc. La quale concerta con prodiga cura, sostiene a dovere i cantanti chiamati a raccolta, ed offre due buone letture dell'ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini e dell'intermezzo da Cavalleria rusticana di Mascagni.
Il mezzosoprano Veronica Simeoni è romana di nascita, ma si è diplomata al Conservatorio di Adria; e il tenore ragusano Enea Scala ha rivelato di avere una parte consistente del suo parentado stabilitasi nella Marca Trevigiana. Il soprano Francesca Dotto e il basso Roberto Scandiuzzi giocano in casa essendo nati proprio qui, sulle sponde del fiume Sile. Il baritono tarantino Lucio Gallo è divenuto poi trevigiano d'adozione per motivi di cuore: ora la sua casa è a Treviso. E la serata è stata presentata con garbo da Elena Filini, giornalista del quotidiano Il Gazzettino e critico musicale.
Molti i brani proposti in scaletta
Tra i brani proposti nel Gala, spicca in apertura l'invettiva di «Nemico della patria» dall'Andrea Chénier, offerta con eccellente vigore da Lucio Gallo; Roberto Scandiuzzi porge una saporita, ammiccante versione di «La calunnia è un venticello»; i due poi danno vita, con sottile verve, ad un irresistibile duetto dal Don Pasquale, «Cheti cheti immantinente».
Veronica Simeoni intinge la sua voce vellutata nelle sinuosità liriche di «Mon coeur s'ouvre à ta voix» dal Samson et Dalila, Francesca Dotto offre un'intensa interpretazione di «Ernani, Ernani involami»; insieme poi si abbandonano nell'accorata perorazione belliniana di «Mira, o Norma».
Enea Scala si lancia nel vortice donizettiano «Ah! Mes amis, quel jour de fête», ma i famosi “nove do” di petto passano in sordina, un po' accomodati; molto meglio va la comica scena a due dall'Elisir d'amore «Ardir ha forse il cielo» in compagnia del sornione Dulcamara di Lucio Gallo.
Per concludere, due note pagine verdiane: il fosco quartetto in riva al Mincio dal Rigoletto, e il Brindisi da La traviata, preso un po' in giro e reso occasione per un divertente sketch collettivo.